Sessione 5.2

Quella vera

Le tracce

Tornati al villaggio dei demoni Hwuan, il gruppo cerca tracce, ma i crateri sono troppi e troppo grandi, qualsiasi cosa oramai è scomparsa. Fortunatamente a sud, da dove la donna aveva indicato che il demone era uscito, Sylvius riesce a vedere perfettamente le tracce con una precisione assoluta. Le tracce portano ad un sentiero collinare e poi montano.

Strane tracce

Sulla strada montana le tracce sono ancora presenti, ma stavolta, accompagnate da residui molto particolari. Una pila di fece che farebbe invidia al golgotiano più affamato, ed un laghetto di urina fumante e maleodorante. Thoradol, non pago di aver compreso la natura delle feci, decide di assaggiarne un pochino per comprendere meglio come le truppe degli eserci del suo mondo potessero essere atrocemente decimate grazie dissenteria, e probabilmente ci riuscirà.

Una capanna

Mentre tende ad imbrunire, una capanna fa da rifugio ai viandanti, grazie alle premure di un anziano che condivide con loro dello stufato e dell'ottimo idromele. Durante la chiacchierata (che grazie a Thoradol pende sempre verso minacce poco velate) il vecchietto ruba 25 anni di vita al povero Menarca (che se ne fotte, tanto ha un bonus grazie ai lavori che svolge per conto di morte e delle 3 divinità, il wellfare oltrevita di questo mondo è sicuramente fallato!). Thoradol però perde la pazienza quando scopre che l'idromele in realtà è distillato di urina del demone, e che lo sufato gode di spezie uniche, quali le feci raccolte a caso nel sentiero (compresa la impressionante e del tutto fuori lugo defecata del demonietto), e passa alle mani (strano). Dopo aver intimidito il "oramai non più vecchio" decide di uscire per evitare di ucciderlo. Poteva essere utile per catturare il demonietto.

Le vivierne

Il vecchietto spiega che il demonietto è andato in cima alla montagna perchè voleva festeggiare il furto del medaglione con delle ottime uova di viverna. Una mossa decisamente poco furba secondo il tipo. Il gruppo si incammina per intercettare il demonietto, che però è nascosto in un cespuglio per non farsi vedere dalle vivierne. Questo cerca di far nacondere anche il gruppo, ma viene ignorato, e 2 vivierne si accorgono e puntano il gruppo.

Una scena pietosa

L'inizio della battaglia è inaspettato ai più, ma non per il gruppo oramai avvezzo a certe scene di inutile violenza. Thoradol scaraventa con un lancio impressionante il vecchio giù dal dirupo. Questo esempio viene imitato da Menarca con il demone, ma fallisce a causa della treemenda agilità di quest'ultimo, che gli si aggrovliglia come un serpente fino alle game e lo scaglia a terra con una proiezione degna di qualche mossa da fumetto scadente. La battaglia con le vivierne entra nel vivo con 2 minuti buoni di colpi falliti miseramente e azioni del tutto inspiegabili di una lucertola sotto meth. Tra le stravaganze (andate male) notiamo degne di nota - Un tentato colloquio con una bestia fatta di più animali già di per sè poco avvezzi alla conversazione - Il tentivo maldestro di dare una spallata alla bestia per poter fuggire - conquistare il lato opposto della vivierna con una manovra atletica Dopo tutte queste Menarcate, Sylvius, portatosi corpo a corpo, viene blastato e sviene, lasciando la spada libera di agire. Al primo colpo la spada scaglia un fulmine a catena, che fortunatamente danneggia solo la vivierna. Al secondo, si trasmuta in un piccolo e rancoroso elementale del fulmine, scagliandosi in modo casualmente rancoroso verso un bersaglio. Manca per 2 volte di fila. Mentre queste scene pietoso prendono vita, il demonio si colora di rosso e salta contro la vivierna che svolazzava in torno al gruppo sputando acido. Aggrappatosi alla vivierna, fallisce per ben due volte di saltarle in groppa, fino a quando grazie al suo spirito guida riesce a umiliare la vivierna... Succede però nel burrone e quindi precipita giù dalla montagna.

La svolta

Finalmente il gruppo riesce a infliggere un duro colopo alla vivierna, eliminando una delle sue armi. La coda della bestia viene mozzata di netto dal Menarca (che finalmente fa quello che barbaro deve fare: menar le mani). La vivierna viene ora colpita sul moncherino, rendendo la bataglia una scena raccapricciante e sfondando le barriere del Gore. Il demonio riesce a risalire dal burrone e con un balzo cerca di colpire la vivierna, ma fallisce miseramente incastrandosi nel terreno per ben 50 centimetri col ginocchio. La spada nella forma dell'elementare del fulmine decide rancorosamente di attaccare casualmente il demonietto, che sentendosi ancora un figo, colpisce la saetta con il roverscio della mano come per schiaffeggiare via un insetto. La mosa è l'esempio perfetto di come non vada sottovalutata la spada, quasi tutto il braccio del demonietto esplode lasciandolo con un moncherino e il resto della saetta gli esplode in faccia, facendolo svenire di colpo.

Il combattimento vede finalmente una fine quando la viverna, conscia della fine, cerca di scappare, ma viene uccisa dai due guerrieri. L'ultimo colpo, come il resto della battaglia, ha del grottesco: Thoradol non pago della fine infame della vivierna, la mette a pancia all'aria, con i gioielli totalmente esposti, e come colpo di grazia spappola l'apparato riproduttivo della bestia, la quale, nonostante fosse già incosciente, riesce a dare un'ultimo sguardo di profonda infelicità a Thoradol.

Fuga

Sentito il rumore di altre vivierne il gruppo fugge nella capanna, ed il Menarca decide di prendere e salvare il demonio che era stato sbalzato e portato fuori dall'area di combattimento dal suo spirito guida. Ovviamente gli altri non sono d'accordo, ma non c'è tempo di discutere. Nella capanna Menarca decide di farlo diventare la sua pedina nel gioco dei dadi più ingiusto del mondo disco, e lo salva con una pozione di cura.

Dietro le quinte

Il gruppo ha goduto di un aiuto inatteso e insospettato fino al ritorno in capanna, quando Sylvius si accorge della presenza di uova di vivierna e resti di almeno 6 differenti bestie nella cassa. Durante la battaglia la cassa stava proteggendo l'area uccidendo tutte le bestie che si volevano avvicinare. La cosa non è stata gradita dalla cassa che, contro tutte le leggi e le regole non scritte dei macchinisti delle casse di pero sapiente (fatto sta, comunque, che esistano solo 2 di questi essere attualmente...), decide di uscire e fare la ramanzina al gruppo.